Biografia
Arrigo Benedetti (Lucca, 1 giugno 1910 – Roma, 26 ottobre 1976) è stato un giornalista, scrittore e partigiano italiano.
È nella storia del giornalismo italiano del dopoguerra per aver fondato e diretto testate come Oggi, L’Europeo e L’Espresso. Si diploma al liceo classico «Niccolò Machiavelli» e frequenta la Facoltà di Lettere e filosofia all’Università di Pisa. Conosce Mario Pannunzio, che ha la sua stessa età ed abita in un appartamento vicino al suo. Tra i due nasce un'amicizia che durerà tutta la vita.
Nel 1937 abbandona gli studi universitari e decide di raggiungere Pannunzio a Roma. Desidera diventare scrittore. Inizia a collaborare a periodici culturali, tra cui Libro italiano (una rivista bibliografica). Pubblica i suoi primi racconti, in cui interpreta la vita quotidiana della sua terra. Insieme con Pannunzio conosce Leo Longanesi, che ha appena fondato il settimanale Omnibus. Con Longanesi come maestro, Benedetti fa le sue prime esperienze da giornalista.
In breve tempo la professione giornalistica lo conquista e Benedetti decide di specializzarsi in questa professione, invece che diventare scrittore. Ma nel 1939 Omnibus viene soppressa dal regime dopo soli due anni di vita. L'anno prima Benedetti si era sposato in San Donato, a Lucca, con Caterina, sua lontana parente (i due si conoscevano fin da bambini). Si rimbocca le maniche e fonda, insieme con Mario Pannunzio, Tutto e Oggi. Però anche questi settimanali hanno lo stesso destino: nel 1941 non esistono più.
Nel 1943 nasce il primo figlio, Alberto. Dopo l'8 settembre 1943, Benedetti si rifugia sui monti dell'Appennino Tosco-Emiliano, partecipando attivamente ai movimenti della resistenza italiana. Dopo esser stato incarcerato a Reggio Emilia, evade e arriva a Milano. Dopo la Liberazione, accetta l'offerta di fare il critico teatrale per il Corriere Lombardo, quotidiano del pomeriggio. Inizia una brillante carriera giornalistica. Nel 1945 fonda, con l'imprenditore Gianni Mazzocchi e dirige un nuovo settimanale d'informazione, L'Europeo. Il successo della rivista arreca a Benedetti fama ed onori.
Nel 1953 la testata cambia proprietario (arriva Angelo Rizzoli). In breve tempo si crea un clima da "muro contro muro", che raggiunge l'apice quando viene alla luce lo scandalo dell'omicidio di Wilma Montesi. In un clima surriscaldato dalle notizie sui risvolti politici del caso, Benedetti rassegna le dimissioni «in seguito a dissensi di ordine politico ed editoriale» (1954). Uscito da L'Europeo, l'anno seguente Benedetti fonda un nuovo settimanale, L’Espresso, destinato anch'esso a diventare uno dei maggiori periodici italiani del dopoguerra.
Giornalista di fama, è stato anche inviato speciale de La Stampa e in seguito assume la direzione de Il Mondo (1969-1972) e di Paese Sera dal 1975 fino alla morte, avvenuta nel 1976. Nel corso della sua lunga carriera è stato maestro di molti giornalisti. Alcuni nomi: Camilla Cederna, Ugo Stille, Giancarlo Fusco ed Alfredo Todisco.